LE CARATTERISTICHE DELL’ONNIVORISMO UMANO

le caratteristiche dell'onnivorismo umano

L’uomo è comunemente considerato un onnivoro, perché in grado di cibarsi di qualsiasi alimento o sostanza. L’uomo è onnivoro e si alimenta anche di carne.

La caratteristica degli animali onnivori è quella di possedere un apparato digerente in grado di digerire sia cibi vegetali che animali. Ciò ha permesso ai nostri antenati di sopravvivere anche nelle condizioni ambientali critiche che hanno dovuto affrontare nel passato, quando la spettanza di vita di un individuo era in media di 20-30 anni.

L’ANALISI DELL’ANATOMIA E DELLA FISIOLOGIA UMANA

Se analizziamo l’anatomia e la fisiologia comparata ci accorgiamo di una cosa interessante: l’uomo non è né erbivoro, né carnivoro e nemmeno onnivoro, perché le sue caratteristiche morfologiche e funzionali lo classificano, come del resto tutti i Primati, tra i frugivori (dal latíno fruxfrugis, “frutto” e –vorus, “divorare”), ossia mangiatori di semi, frutti, radici in prevalenza assoluta con assunzioni limitate di foglie verdi e di insetti (quindi di proteine animali).

Ma analizziamo meglio queste caratteristiche: partendo dalla bocca: incontriamo la saliva la quale contiene un enzima, la ptialina o alfa amilasi, che ha azione specifica solo su cibi vegetali (gli amidi); la mandibola umana possiede la capacità di compiere movimenti laterali, al contrario di quella dei carnivori che ha movimenti solo verticali; i denti molari sono disposti in modo da poter ben triturare, macinare semi e masticare frutti, e noi umani siamo sprovvisti dei denti dei carnivori atti a lacerare le fibre della carne.

L’esofago è abbastanza lungo e non corto come quello dei carnivori, dove il vomito è abbastanza frequente e non rappresenta sintomo patologico e di malessere come per noi umani.

Altro elemento che distingue frugivori e carnivori è la lunghezza dell’intestino, 6-7 volte più lungo nei primi, caratteristica funzionale specifica per una alimentazione ricca di fibre vegetali e povera di proteine.

L’ONNIVORISMO UMANO

La tesi semplicistica che vede nell’onnivorismo l’obbligo di assumere anche cibi animali è priva di fondamento. In epoche evolute, la condizione di onnivorismo è la chance che la natura ha donato alla specie umana per sopravvivere in un ambiente il più possibile “intatto”: l’onnivoro non è costretto a mangiare carne od altro cibo animale per sopravvivere.

GLI STUDI EPIDEMIOLOGICI

Bisogna riflettere sui dati messi in evidenza dai principali Studi epidemiologici, che dimostrano come l’assunzione di prodotti di origine animale, carne in primis, è correlata alle più frequenti patologie degenerative dell’epoca del benessere, ovviamente solo in quei Paesi del mondo che il benessere possiedono.

Infatti, mentre la maggioranza dell’umanità, anche a causa dello spreco di risorse dovuto all’enorme richiesta di carne per uso alimentare, sta ancora combattendo con problemi quali la fame, la sete e le malattie infettive, nei Paesi industrializzati la spettanza di vita ha ora raggiunto i 75-85 anni. Essere onnivori significa poter scegliere tra cibi più adatti (di origine vegetale) e cibi meno adatti (di origine animale) per la salvaguardia dello stato di salute.

LE CONSEGUENZE DI UN’ALIMENTAZIONE NON CORRETTA

L’esempio di come le mucche, animali sicuramente erbivori, nutrite con farine animali siano andate incontro ad una patologia quale l’Encefalopatia Spongiforme (morbo della “mucca pazza”), dovrebbe far riflettere su quanto disastrose possano essere le conseguenze di una alimentazione incurante dei fabbisogni fisiologici di una data specie o di un dato individuo.

Ribadiamo quindi la nostra risposta a questa affermazione: l’uomo, in quanto onnivoro, può nutrirsi di cibi animali, ma valutando bene in quale misura; ma certamente non per questo tali cibi devono necessariamente essere consumati. L’uomo, essere onnivoro ma anche essere dotato di intelligenza, può operare delle scelte etiche ed ecologiste per decidere della propria alimentazione, e può ottimizzare il proprio stato di salute con la scelta di un’alimentazione 100% vegetale, compiendo così nient’altro che un’elementare azione di prevenzione primaria di molte patologie.

LE EVIDENZE SCIENTIFICHE DELL’ONNIVORISMO UMANO

“L’uomo è un animale onnivoro” è uno dei primi concetti che vengono insegnati nei libri di scienze delle scuole elementari.

Le evidenze scientifiche che siamo onnivori infatti sono molteplici.

L’EVOLUZIONE DELL’UOMO

Anche se l’uomo appartiene ai primati, non è vero che debba cibarsi solo di foglie, frutta, ortaggi e radici come le scimmie o come un gorilla. L’uomo si è evoluto e ormai abbiamo ben poco da condividere con i nostri parenti più stretti.

Ma poi non tutti i primati sono frugivori: anzi, la maggior parte di essi sono onnivori, compresi scimpanzé e bonobo, cioè le specie più vicine all’Homo Sapiens. Questi si cibano proprio di carne, cacciando attivamente nella foresta altri animali, depredando le uova e i piccoli nati dai nidi degli uccelli, oltre a nutrirsi abitualmente di insetti, usando dei rametti per estrarre formiche e termiti. Non solo, fra gli scimpanzé si sarebbero diffuse anche pratiche di cannibalismo e uccisione dei cuccioli.

La verità è che la carne rappresenta un alimento dal valore nutritivo troppo prezioso per la sopravvivenza per potervi rinunciare.

IL PARAGONE CON IL GORILLA

Anche il paragone con il gorilla, di cui viene esaltata la forza nonostante si nutra solo di vegetali, lascia il tempo che trova, visto che ha un metabolismo completamente diverso dal nostro e al contrario di noi è in grado di prendere dai vegetali tutto quello di cui ha bisogno. Il gorilla è un erbivoro e le uniche fonti animali di cui si nutre sono alcuni insetti, in percentuale inferiore all’1%. Ma considerando che il gorilla può arrivare a mangiare 30 kg di vegetali al giorno, per nutrirsi come lui l’essere umano dovrebbe ingerire in proporzione ben 14 kg di vegetali crudi al giorno, che non è molto fattibile e non è proprio un toccasana per il nostro stomaco e intestino.

GLI ENZIMI DEL PROCESSO DIGESTIVO

Gli enzimi che intervengono nel processo digestivo sono una chiara evidenza del nostro essere onnivori. Siamo infatti dotati di lipasi, cioè enzimi che demoliscono i grassi, come ad esempio i trigliceridi, che sono solamente di origine animale e non vegetale. E di pepsina, un enzima che attacca le proteine scomponendole in amminoacidi. Quindi la natura ci ha geneticamente programmati per digerire perfettamente la carne, presente nella nostra dieta da centinaia di migliaia di anni, come dimostrano le pitture rupestri raffiguranti scene di caccia ai grossi animali selvaggi di quel tempo, oppure i residui rinvenuti nei denti fossili dei nostri antenati.

LA LUNGHEZZA INTESTINALE DELL’UOMO

La lunghezza intestinale dell’uomo è la stessa degli animali onnivori. L’affermazione per cui il nostro intestino sarebbe troppo lungo e quindi inadatto ad ospitare la carne, in quanto questa andrebbe in putrefazione soggiornandovi per troppo tempo, è priva di ogni fondamento.

Il nostro intestino tenue infatti è lungo dagli 8 ai 9 metri: qui il cibo viene demolito e ridotto a sostanze più semplici per essere assorbite. Quindi passa nell’intestino crasso, che è lungo 2 metri, dove il cibo fermenta e imputridisce, andando a formare l’importantissima microflora batterica intestinale. In questo tratto non solo la carne, ma anche la frutta e la verdura subiscono la stessa sorte, ed è un processo del tutto naturale e necessario per la formazione dei batteri simbionti.

Inoltre ricordiamo che non siamo in grado di digerire la fibra e la cellulosa, come invece fanno gli erbivori, che a questo proposito sono dotati di più stomaci.

IL PARAGONE CON GLI ALTRI ANIMALI

Affermare che i carnivori abbiano l’intestino corto per permettere alla carne di restare in circolo il meno possibile non trova alcun riscontro scientifico. Infatti il mammifero che ha l’intestino più lungo è il leone marino, che è carnivoro, mentre la salpa, che è un pesce, è l’animale che ha l’intestino più lungo, ed è onnivoro. La lunghezza intestinale non è quindi un buon criterio per la distinzione tra carnivori, erbivori e onnivori.

Tentare comunque di costruire uno schema unico di mammifero onnivoro è estremamente semplicistico: basti pensare alle diversità che esistono tra l’orso e il maiale, entrambi onnivori ma con una dieta molto differente.

CONCLUSIONI

Paragonare l’uomo ad un erbivoro non ha senso, come non ha senso paragonarlo ai predatori carnivori: una dieta composta solamente di carne sarebbe deleteria, come lo sarebbe una dieta fatta di soli vegetali. L’assunzione di carne è perfettamente funzionale alle nostre capacità digestive e deve essere presente in una dieta completa e bilanciata, che preveda l’assunzione di alimenti vegetali e animali, senza nessuna esclusione.

 CONSIGLI

Se volete vivere una vita sana e felice diventate quanto più vegetariani possibile, riducendo l’assunzione di proteine animali (in particolare la carne), perché la nostra anatomia e fisiologia (come del resto i più recenti studi di scienza dell’alimentazione) ci indicano che questa è la giusta alimentazione da seguire.

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