Un mulo è il risultato dell’accoppiamento tra un asino maschio e un cavallo femmina. Si dice che abbia il corpo del cavallo con le estremità di un asino. I muli possono variare in altezza tra 91-172 cm, a seconda delle dimensioni della cavalla e dello stallone utilizzati.
I muli hanno molti dei tratti migliori dei loro genitori. Possono resistere a condizioni climatiche estreme, forse a causa delle origini dell’asino proveniente dall’Africa e dall’Asia.
Di fronte a una situazione pericolosa i muli sceglieranno di usare un volo o di rispondere alla lotta in base alle circostanze individuali, rispetto a un cavallo che preferirebbe sempre scappare. Questo tende a rendere un mulo ben addestrato molto calmo e costante, motivo per cui erano così popolari tra le forze armate per il trasporto di esplosivi e munizioni. Erano meno propensi dei cavalli a farsi prendere dal panico in situazioni pericolose e potevano trasportare molto più degli asini.
LE CARATTERISTICHE DEL MULO
- I muli hanno molte delle migliori caratteristiche dei loro genitori. Sono in grado di sopportare climi estremi, forse grazie all’origine africana degli asini. Hanno la natura calma e stoica del loro padre asino e le reazioni più energiche, mutevoli della madre cavalla
- Per i suoi caratteri di conformazione esterna, il mulo assomiglia più all’asino che al cavallo; la testa è pesante, le orecchie sono grandi e grosse, la criniera corta e diritta, la coda è fornita di brevi e pochi crini, la groppa è corta e spiovente, piatto il torace, gli arti molto robusti terminano con zoccoli alti e diritti, la forchetta è poco sviluppata, la cornea solidissima e dura.
- Come l’asino il mulo ha molto accentuato il potere digestivo per cui utilizza foraggi molto grossolani ed ha scarse esigenze alimentari.
- Per quanto riguarda le doti, alla sobrietà il mulo aggiunge caratteri pregevolissimi di grande resistenza; unisce inoltre la pazienza dell’asino alla forza ed al coraggio del cavallo, è ostinato e facile al calcio come il primo, robusto e resistente come il secondo, supera però entrambe nella sicurezza infallibile del piede, onde diventa animale prezioso in montagna, per lunghi percorsi in località alpestri prive di strade carreggiabili; nella prima guerra mondiale ha dimostrato le migliori attitudini in tutti i servizi più difficili e pesanti, che nessun altro animale avrebbe potuto sostenere senza danno.
- Data la sua origine il mulo è sterile, come in generale gli ibridi, la mula invece può, eccezionalmente però, essere fecondata dall’asino o dal cavallo. La sterilità dipende da una incompatibilità di struttura fra cromosomi di origine asinina e di origine cavallina per cui il processo di meiosi o maturazione degli spermatozoi e degli ovuli non si compie regolarmente e questi gameti degenerano.
- Le razze asinine che più sono state e tuttora vengono impiegate per la produzione del mulo sono l’Asino di Martino Franca ed il Ragusano, che di norma vengono impiegati su cavalle di razza agricola. La cavalla in genere prova ripugnanza a subire l’asino, ma l’incrocio è più facile quando gli individui sono stati allevati insieme.
- I muli hanno orecchie più piccole dei loro padri d’asino ma più grandi, sebbene della stessa forma, delle madri di cavalli. Le loro code sono simili a quelle di un cavallo. Se provano a rompersi, di solito inizia con un ghigno di cavallo e termina con il ronzio distintivo di un asino.
LE CARATTERISTICHE SOMATICHE DEL MULO
- Il mulo ha testa più grossa e orecchie più lunghe del cavallo, collo corto con scarsa criniera (più abbondante nel bardotto), garrese basso, dorso spesso convesso, groppa tagliente, coda con pochi crini. Gli arti sono asciutti, con articolazioni larghe e solide, piedi cilindrici e talloni alti e stretti. Il pelo è corto. I mantelli più frequenti sono il nero e il grigio; il sauro è raro. Talvolta si ha la riga mulina; più frequenti sono le zebrature, specie quando il mantello è baio.
- L’aspetto esteriore varia a seconda delle razze asinine e cavalline tra loro incrociate; a grandi linee, tuttavia, si può dire che il mulo rispetto all’asino ha dimensioni maggiori, mentre rispetto al cavallo ha testa e zampe in proporzione più grandi e massicce, mentre le orecchie sono più allungate. Le orbite oculari sono tipicamente asinine ovvero di colore chiaro. L’incollatura è corta, la criniera piuttosto scarsa e il ciuffo del tutto assente. Il mantello è spesso uguale a quello della madre (cavalla). In media un mulo vive fino ai 35/40 anni.
- Dal punto di vista fisico, il mulo riunisce caratteristiche proprie di entrambi i genitori. In generale, il mulo ricorda molto di più il cavallo sia per le dimensioni che per la conformazione fisica. E’ leggermente più grande dell’asino da cui, però, ha ereditato la testa e le zampe che appaiono più grandi e massicce rispetto a quelle del cavallo.
- Le orecchie, invece, sono lunghe come quelle dell’asino, mentre, la criniera è quasi del tutto assente con crini sparsi e duri. Il collo è corto, il garrese è basso e il dorso è convesso.
- Il mantello è baio scuro, grigio o nero, con il pelo corto e ruvido.
- Per quanto riguarda il loro aspetto, il mulo è simile all’asino: testa corta, zampe allungate e sottili, orecchie lunghe girate all’indietro, pelo corto e zoccoli stretti e piccoli. La coda non ha peli alla radice.
- Tuttavia, presenta anche alcune caratteristiche dei cavalli, come la forma del collo, i denti, l’altezza, la groppa, l’uniformità del mantello e la robustezza del corpo.
- Inoltre, il suono che emette può essere un misto di quello dei due progenitori: inizia come un raglio – come l’asino – e finisce come un nitrito (tipico del cavallo).
- I piedi dei muli sono una via di mezzo rispetto a quelli dei loro genitori e tendono a essere più verticali e cilindrici rispetto allo zoccolo di un cavallo. I muli raramente necessitano di ferri perché i loro zoccoli sono molto resistenti.
- Gli zoccoli dei muli, così come quelli degli asini e dei cavalli, dovrebbero essere pareggiati ogni 6-10 settimane. Se non sono stati propriamente addestrati, muli e bardotti hanno bisogno di avere un pareggiatore comprensivo perché possono innervosirsi quando qualcuno tocca loro gli zoccoli.
LA STERILITA’ DEL MULO
- Il mulo è un ibrido frutto dell’accoppiamento tra l’asino maschio e la cavalla femmina. Si tratta di un ibrido sterile, perché è dotato di un corredo cromosomico dispari che non gli consente di riprodursi con successo.
- Più spesso i muli generati per incrocio tra un asino con una giumenta sono sterili. Dopo circa cinque secoli, la società mulattiera britannica ha registrato solamente 60 nascite naturali di questi ibridi. È il numero dispari dei loro cromosomi (63) che presenta una maggior difficoltà nella riproduzione naturale frenando la divisione cellulare. Lo stadio di meiosi si produce in effetti normalmente per coppie. Nei cavalli i cromosomi sono in numero di 64, negli asini 62.
- Dall’accoppiamento inverso, ovvero, quello tra un’asina e uno stallone, si ha un altro tipo di ibrido chiamato bardotto che è leggermente più piccolo rispetto al mulo e più somigliante all’asino.
- Nonostante la sua sterilità, il mulo ha conosciuto nella storia una notevole diffusione come animale da soma e da fatica, poiché, dotato di una costituzione forte e robusta, di una spiccata adattabilità ad ogni tipo di ambiente, anche quelli più sfavorevoli e di una notevole resistenza alle malattie che invece colpiscono i cavalli o gli asini.
LA CURA DEL MULO
- Rispetto ai cavalli, i muli necessitano di cure minori sia dal punto vista igienico sia da quello della custodia.
- Per via della loro robusta natura di ibridi, i muli sono spesso meno soggetti ai disturbi dei loro genitori, tuttavia possono avere lo stesso tipo di malattie e sono soggetti alle laminiti.
- Muli e bardotti hanno bisogno di uno spazio dove possano muoversi e di un recinto di altezza adeguata a contenerli, perché sono in grado di saltare da fermi una normale staccionata. Muli alti al garrese 125 cm sono in grado di saltare steccati di 180 cm.
- E’ un animale rustico e frugale dotato di una proverbiale testardaggine e, nel corso della storia, ha sempre assistito l’uomo nei lavori più duri e pesanti grazie alla sua forza fisica e alla capacità di resistere alla fatica e ai pesi.
- Il mulo è stato utilizzato dall’uomo come mezzo di traino, come animale da soma, come aiuto nel lavoro dei campi e anche nell’esercito a sostegno delle truppe.
Ancora oggi è parte integrante delle economie più povere e arretrate del mondo.
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