LA TERRITORIALITÀ PER GLI ANIMALI

Molti animali, quando diventano adulti, cercano di conquistarsi un territorio, cioè uno spazio vitale che offra nascondigli, luoghi in cui fare la tana o il nido e cibo a sufficienza per sé e per l’allevamento dei piccoli. Ogni individuo di una specie difende il proprio territorio dagli estranei.

La sua aggressività aumenta quanto più gli intrusi si avvicinano al nido o alla tana, soprattutto se ci sono i piccoli.

L’ESTENSIONE DEL TERRITORIO

I territori occupati dagli individui di una specie hanno un’estensione variabile a seconda dell’abbondanza del cibo. Per esempio in un bosco si possono delimitare le aree del territorio di un fringuello.

Questi uccelli mangiano tutti la stessa quantità e lo stesso tipo di cibo: i territori più piccoli sono i più ricchi di cibo, in quelli più ampi il cibo è meno abbondante e nelle zone non occupate è troppo scarso per garantire la sopravvivenza.

Come puoi vedere i territori non si sovrappongono mai: ciò permette ai Fringuelli di sfruttare al meglio le risorse dell’ambiente. Se infatti gli animali si concentrassero tutti nelle aree ricche di cibo, ben presto il cibo mancherebbe a tutti.

L’estensione di un territorio dipende anche dalle dimensioni dell’animale che lo occupa. Per certi insetti è di pochi decimetri quadrati, mentre è di molte decine di kilometri quadrati per la zebra reale e per il leone, che sono le speciedi erbivori e di predatori terrestri con il territorio più esteso.

Molti territori funzionano «a tempo»: i maschi di alcune specie di libellule, per esempio, restano per circa un’ora nel luogo adatto per l’accoppiamento (figura).

Durante questo periodo cercano di fecondare le femmine e aggrediscono in volo gli altri maschi; poi abbandonano quel luogo e non lo difendono più.

DEMARCARE IL TERRITORIO

Di solito è il maschio a conquistare e difendere il territorio. Ma affinché un’area sia riconosciuta come territorio dagli estranei, il proprietario deve delimitarne i confini con opportuni segnali.

I maschi degli uccelli usano un piumaggio appariscente e un richiamo ben preciso, che spesso nel periodo riproduttivodiventa un vero canto: esso serve per comunicare agli altri maschi i confini del territorio, e per invitare le femmine a entrarvi per l’accoppiamento.

In un bosco o nei parchi della tua città, per esempio, puoi osservare facilmente il comportamento dei maschi di pettirosso in primavera. Il colore del loro petto diventa rosso vivo, e contemporaneamente il loro richiamo territoriale diventa un elaborato gorgheggio.

Basta fissare a un ramo un ciuffo di penne rosse perché la difesa del territorio da parte del piccolo uccellino si scateni con un’aggressività insospettabile (figura). Se invece si fissa a un ramo un pettirosso maschio imbalsamato, ma senza penne rosse sul petto, la sua presenza sarà completamente ignorata.

Molte specie che hanno un senso dell’olfatto molto sviluppato usano segnali odorosi per demarcare il territorio. Per esempio le volpi, i tassi e le lontre usano le feci; i topi e i ratti usano la saliva; i cani e i gatti l’urina.

I gatti randagi sfruttano uno stesso territorio in orari diversi. Per stabilire se l’area è libera annusano le tracce odorose lasciate dagli altri gatti, per riconoscere a quanto tempo prima risalgono.

Qualcosa di simile avviene quando si porta il cane a fare una passeggiata nelle strade di una città, dove i territori inevitabilmente si sovrappongono.

Ogni cane fa pipì nei luoghi in cui altri cani hanno già deposto la loro urina: in questo modo afferma anche la propria presenza su quel territorio.

DIFENDERE IL TERRITORIO

Quando un animale capta le tracce odorose di un altro della stessa specie, in genere eviterà di entrare nel suo territorio, a meno che voglia combattere per impossessarsene. Se ciò avviene e i due animali si incontrano, per prima cosa cercheranno di intimidire l’avversario con comportamenti di minaccia, per affermare la propria superiorità (figura).

Se si arriva al duello, il proprietario del territorio spesso vince perché è a casa propria, e quindi combatte in modo più aggressivo rispetto allo sfidante.

Durante la lotta ogni contendente cerca soltanto di allontanare il rivale, non di ucciderlo, soprattutto nel caso di specie con armi di difesa pericolose.

Per esempio i due maschi di vipera (figura) si attorcigliano per tutta la loro lunghezza, e ciascuno spinge con la testa l’avversario, ma non usano mai i denti.

Spesso quindi i combattimenti sono soltanto rituali, basati cioè su sequenze di movimenti innocui.

A ciascuno dei due antagonisti importa soltanto riuscire ad affermare la propria superiorità sull’altro.

La lotta si interrompe quando il vinto esegue i comportamenti di sottomissione: cerca di sembrare più piccolo, nasconde o rivolge lontano dall’avversario le armi e i colori aggressivi e gli presenta invece le parti del corpo più vulnerabili.

Questo riconoscimento del diritto al territorio blocca l’aggressività del vincitore, che così non infierisce sullo sconfitto.

In conclusione il territorio è dominato dall’individuo più forte, che avrà così una maggiore probabilità di accoppiarsi.

Ciò dà anche alla sua specie maggiori garanzie di continuare a sopravvivere.

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