LA SUDDIVISIONE DEGLI ARTIODATTILI (Seconda Parte)

la suddivisione degli artiodattili

Gli Artiodattili appoggiano sul terreno con due dita, il terzo e il quarto, ognuno rivestito da uno zoccolo.

Il primo dito (pollice e alluce) manca sempre, mentre il secondo e il quinto possono sussistere ben sviluppati, come ad esempio nel Cinghiale ove prendono il nome di guardie, o essere ridotti a minimi rudimenti, sollevati sul fianco del piede, negli altri ungulati, in cui sono denominati zoccoletti o speroni.

Non toccano terra quando l’animale cammina normalmente al passo e se ne possono osservare i segni solo in terreni coperti di neve molto molli.

LA SUDDIVISIONE DEGLI ARTIODATTILI

Gli Artiodattili sono divisi invece in 10 famiglie: Suidi, Taiassuidi, Ippopotamidi, Camelidi, Cervidi, Moschidi, Tragulidi, Antilocapridi, Giraffidi, Bovidi.

Nel precedente articolo abbiamo parlato di suidi, taiassuidi, ippopotamidi, camelidi.

Ora parliamo delle altre famiglie di artiodattili.

5) LA FAMIGLIA DEI CERVIDI

Gli appartenenti alla famiglia dei Cervidi abitano quasi esclusivamente l’emisfero boreale, in particolare le foreste e le praterie dell’Europa e del Nord America e la fredda taiga canadese e russa. I maschi di queste specie possiedono un palco osseo molto grande ed evidente, con diverse diramazioni appuntite, che vengono utilizzate per le lotte fra maschi: un palco grande è simbolo di forza e potenza.

Queste escrescenze vengono comunemente definite come corna, nonostante siano diverse da quelle dei rinoceronti, per la composizione, e dei bovidi, per la capacità di ricrescita. I palchi dei cervidi vengono infatti ciclicamente cambiati, e risultano ricoperti da una leggera peluria chiamata velluto. Il palco è una prerogativa del maschio, tranne per la renna (Rangifer tarandus), la cui femmina li possiede, e li utilizza per lottare con i maschi per accaparrarsi il cibo quando è gravida.

Palchi importanti sono quelli del daino (Dama dama), del cervo nobile (Cervus elephus) e dell’alce (Alces alces), mentre il capriolo (Capreolus capreolus) possiede un tipico palco a tre punte, dalle piccole dimensioni. I cervidi sono fra i più grandi erbivori insieme ai bovidi, e sono molto apprezzati per la carne, per i quali sono spesso cacciati.

6 – 7) LA FAMIGLIA DEI MOSCHIDI E DEI TRAGULIDI

Dalla famiglia dei cervidi sono stati estrapolate due nuove famiglie, ovvero quella dei Moschidi e dei Tragulidi. Entrambe comprendono specie che mancano di palchi e presentano lunghi canini simili a zanne, che spuntano minacciose al di fuori della bocca: fra i tragulidi ricordiamo il tragulo meminna (Tragulus meminna), che vive in India, e il mosco siberiano (Moschus moschiferus), noto per produrre da una ghiandola una sostanza odorosa chiamata muschio, utilizzata dall’industria profumiera.

A sinistra una coppia di daini (Dama dama), al centro l’imponente palco dell’alce (Alces alces), e a destra i canini del mosco siberiano (Moschus moschiferus).

8) LA FAMIGLIA DEGLI ANTILOCAPRIDI

Gli Antilocapridi annoverano un’unica specie: l’antilocapra (Antilocapra americana). Questo animale vive esclusivamente nelle praterie del Nord America, e possiede corna particolari. Dal punto di vista della struttura sono abbastanza simili a quelle dei bovidi, ma hanno una diramazione rivolta in avanti, tipica dei cervidi. Le corna dell’antilocapra sono ricurve verso il retro della testa, e sono presenti anche nella femmina, nonostante raggiungano dimensioni minori. L’antilocapra è considerata l’animale terrestre più veloce sulla lunga distanza: è in grado di mantenere una media di 56 km/h per alcuni chilometri, e una velocità massima sul breve percorso di 90 km/h.

9) LA FAMIGLIA DEI GIRAFFIDI

La famiglia dei Giraffidi comprende due specie, l’okapi (Okapia johnstoni) e la giraffa (Giraffa camelopardalis), accumunate da piccole corna e da una lunga lingua scura che usano per strappare le foglie dagli alberi. L’okapi, assai raro, vive nelle foreste del Centro Africa, risulta essere schivo e solitario, ed è caratterizzato da una striatura zebrata sulle cosce.

La giraffa invece abita le savane africane, spesso in branchi, ed è nota per il suo lungo collo, che permette alla piccola testa di scrutare l’orizzonte alla ricerca di predatori, e di accaparrarsi le foglie che si trovato nelle parti più alte degli alberi. Nonostante la lunghezza del collo, le vertebre cervicali della giraffa sono 7 come quelle degli altri mammiferi, con l’eccezione di alcuni sdentati. Questa caratteristica anatomica risulta tuttavia problematica quando l’animale deve dissetarsi: per farlo si china in pose bizzarre, che lo rendono vulnerabile agli attacchi da parte di predatori acquatici come i coccodrilli. Esistono più sottospecie di giraffe che si differenziano per il diverso motivo del loro mantello a macchie.

A sinistra l’antilocapra (Antilocapra americana), al centro l’okapi (Okapi johnstoni), e a destra un piccolo di giraffa (Giraffa camelopardalis) intento a dissetarsi.

LA FAMIGLIA DEI BOVIDI

La famiglia più numerosa degli artiodattili è tuttavia quella dei Bovidi, i quali comprendono una grande varietà di specie, categorizzate in ulteriori sottofamiglie. I bovidi sono accumunati dalla presenza di vistose corna, spesso presenti anche nella femmina: l’esempio più noto è quello del bue domestico (Bos taurus), la cui femmina viene comunemente chiamata mucca. Tuttavia questo termine non è zoologicamente corretto in quanto la femmina di questa specie, al pari del maschio, viene chiamata con diversi nomi a seconda dell’età, dell’essere o meno in gravidanza o dell’essere castrato.

Vitello, manzo, bue e toro sono alcuni dei nomi dati al maschio; vitella, giovenca e vacca alla femmina. Le corna dei bovidi sono differenti da quelli dei cervidi e dei rinocerotidi: esse sono costituite da una base ossea con un astuccio corneo, e crescono senza diramazioni, spesso incurvandosi verso l’interno: queste corna inoltre non possono ricrescere una volta danneggiate.

LE SOTTOFAMIGLIE DEI BOVINI

 Nella sottofamiglia dei Bovini, oltre al bue domestico, sono comprese specie come lo yak (Bos grunniens), il cui lungo pelo lo protegge dal rigido ambiente himalayano, il bisonte americano (Bison bison), in passato padrone incontrastato delle praterie nordamericane, e il bisonte europeo, (Bison bonasus) anticamente diffuso nelle selve dell’Europa centro settentrionale e della Russia asiatica. Piccole popolazioni di questo animale, ritenuto pressoché estinto, sono state ricostruite: la popolazione oggi più consistente si trova, assai protetta, nella foresta di Bialovieza, in Polonia. Specie interessante e importante è il bufalo d’acqua indiano (Bubalus bubalus), diretto progenitore della specie addomesticata diffusa anche in Italia, dove il suo latte viene utilizzato per la produzione della Mozzarella di Bufala Campana D.O.P. (Di Origine Protetta), famosa in tutto il mondo.

 Altre specie allevate dall’uomo per la carne, il latte e la lana appartengono alla sottofamiglia dei Caprini, come la capra domestica (Capra hircus) e la pecora domestica (Ovis aries): essi si ritengono derivare rispettivamente dalla capra selvatica (Capra aegagrus), originaria del Medio Oriente, e dal muflone (Ovis orientalis), presente ancora oggi sulle montagne italiane, nonostante sia poco diffuso. Quest’ultimo animale possiede corna molto particolari, che si arrotolano all’indietro, come le corna di altri caprini: il bue muschiato (Ovibos moschatus), che vive nelle zone artiche del Nord America e ha corna larghe e ricurve verso l’esterno, lo stambecco (Capra ibex), che presenta lunghe corna ricurve all’indietro, e il markor (Capra falconeri), animale pakistano famoso per le caratteristiche corna “a cavatappi”.

 I caprini si sono adattati all’ambiente di montagna, grazie allo sviluppo di zampe forti che permettono loro di avere grande presa sui terreni rocciosi e impervi. Altre specie provviste di corna facilmente riconoscibili sono gli appartenenti alla sottofamiglia degli Alcelafini, come lo gnu (Connochaetes taurinus), degli Ippotragini, come l’antilope nera (Hippotragus niger), e degli Antilopini, come la gazzella di Thompson (Gazella thomsonii). Quest’ultima specie è nota per la sua grande velocità, con la quale è in grado di competere con i carnivori che li cacciano, come il ghepardo.

I Bovidi: a sinistra il bisonte americano (Bison bison), al centro le corna “a cavatappi” del markor (Capra falconeri), e a destra la  gazzella di Thomson (Gazella thomsonii), pronta a scattare al minimo pericolo.

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