IL CICLO DI RIPRODUZIONE DEL MAIALE

il ciclo di riprotezione del maiale

All’interno dei vari tipi di allevamento, la riproduzione diventa un fattore essenziale per permettere che la propria mandria cresca e quindi generi profitto.

Negli allevamenti di tipo intensivo, in particolar modo, gli animali sono sottoposti a drastici cicli di gravidanza e non tengono conto del benessere dell’animale, senza contare le condizioni aggressive di stabulazione soprattutto per quanto riguarda le scrofe, che vengono tenute in gabbie che le costringono in posizione sempre distesa per permettere ai piccoli di essere allattati ed evitare che vengano inavvertitamente schiacciati per via de poco spazio concesso ai movimenti.

La riproduzione nei suini deve avvenire nel rispetto dell’organismo degli animali e nella tutela della loro salute. A tale scopo, è fondamentale conoscere meglio il ciclo riproduttivo e la procreazione di questi animali.

IL CICLO RIPRODUTTIVO

I suini raggiungono la maturità sessuale tra i sei e gli otto mesi; a questa età sono già fertili, ma si consiglia di aspettare fino al loro primo anno di vita per assicurare una migliore cucciolata.

Il ciclo riproduttivo comincia con la pubertà delle scrofette, che si presenta con calori ciclici ogni tre settimane durante l’anno che durano più o meno due giorni nella scrofa giovane (40 ore) e circa 60 ore nella scrofa adulta.

La condizione dell’estro nel maiale si può evidenziare dal comportamento irrequieto dell’animale, dalla continua ricerca del maschio, dall’inappetenza e dalla vulva che assume la classica colorazione arrossata e diventa turgida.

In alcune scrofe molto grasse, però, queste manifestazioni possono mancare del tutto e comunque una volta fecondata, la scrofa ritorna alla normalità.

Il primo passo per orientare la riproduzione nei suini è selezionare i maschi e le femmine più adatte. È fondamentale osservare il comportamento degli animali, il peso, l’età e lo stato di salute per scegliere le coppie migliori.

Le femmine sane sono spesse multipare, poliestrali annuali, i cui cicli durano circa 20 giorni. Possono partorire molti maialini alla volta e possono entrare in calore in qualsiasi stagione dell’anno. Tranne durante la gestazione e l’allattamento.

Per questo motivo, quando vivono in libertà, i suini si accoppiano di frequente, potendosi riprodurre durante le diverse stagioni dell’anno. Tutt’altra storia quando vengono allevati o adottati.

La riproduzione nei suini può avvenire in modo semplice e sicuro quando si adottano le dovute misure di prevenzione.

IL CICLO ESTRALE

Il ciclo estrale della scrofa è il periodo che va da un calore a quello successivo. Media 21 giorni (da 18 a 24).

Il calore è il periodo in cui la femmina accetta l’accoppiamento con il maschio (dura da 48 a 84 ore, da 2 a 3,5 giorni):

LA DURATA DEL CALORE

La durata del calore varia a seconda di:

L’OVULAZIONE

Avviene a circa due terzi della durata del calore. L’ovulo resta vivo se non fecondato per 8 ore circa. Lo spermatozoo ha bisogno di un periodo di capacitazione di 2–6 ore all’interno dell’apparato genitale femminile; resta vivo oltre 24 ore.

L’INSEMINAZIONE

Stimolare le scrofe con il verro due volte al giorno (al mattino presto e la sera più tardi possibile) per sapere esattamente il momento dell’inizio del calore e quindi decidere il momento dell’inseminazione. Fecondare 10-12 ore prima dell’ovulazione.

LA RICERCA DEL CALORE

La stimolazione avviene passando il verro davanti alle scrofe e cercando di prolungare il contatto tra i due musi. L’uomo cammina dietro alle scrofe, senza disturbare il verro, ed osservando il comportamento dei due. Dove vede segni di inizio di calore, visiona la vulva, la mucosa interna, verifica il riflesso di immobilità: tira in alto la piega della grassella, preme sul dorso con due mani, cavalca la scrofa.

I FATTORI CHE DIMINUISCONO LA FERTILITA’

I fattori che diminuiscono la fertilità sono:

L’APPARATO MAMMARIO DELLA SCROFA

L’apparato mammario della scrofa ha un numero di mammelle variabile da 12 a 16, tra loro indipendenti, seppur comunicanti.

Dalla pubertà il tessuto ghiandolare inizia il suo sviluppo che si completa durante la fase finale della gestazione. Nella prima metà della stessa si sviluppano i canali ed i dotti galattofori, nella seconda metà gli acini ghiandolari dove sono situate le cellule capaci di secernere il latte.

Sul finire del periodo di gestazione inizia la produzione del colostro a livello degli acini ghiandolari che si rigonfiano dando alla mammella quel caratteristico turgore. 

A parto avvenuto – venendo meno l’azione degli ormoni estrogeni prodotti dalla placenta – la porzione posteriore della ipofisi secerne la prolattina che scatena, appunto, la produzione lattea.

Una volta iniziata la lattazione, i lattonzoli poppano ad intervalli regolari, sia di giorno che di notte.

Tra una poppata e la successiva intercorre un periodo variabile da 1 a 3 ore.

LA GESTAZIONE

 Non spostare la scrofa subito dopo la fecondazione (se necessario, farlo prima della 48° ora oppure dopo il 21° giorno):

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