GLI UNGULATI: I PERISSODATTILI

gli ungulati: i perissodattili

I Perissodattili costituiscono un ordine di mammiferi euteri al quale appartengono il cavallo e le forme affini, i rinoceronti e i tapiri.

Caratteristica distintiva di questo gruppo di ungulati è la presenza di arti con dita dispari (perissodattili = imparidigitati), dovuta alla scomparsa di alcune di esse, che ha prodotto arti con asse portante sul terzo dito.

Questi animali, nonostante abbiano di frequente delle grandi dimensioni, sono in grado di convivere pacificamente con le altre specie, con le quali condividono frequentemente habitat e risorse, e con i quali spesso formano grandi mandrie miste, che hanno anche lo scopo di difesa da predatori comuni: anche in questo caso l’unione fa la forza.

LA SUDDIVISIONE DEI PERISSODATTILI

I membri dell’ordine perissodattili si dividono in:

LA FAMIGLIA DEGLI EQUIDI

Gli Equidi sono una famiglia di perissodattili che comprende specie simili al cavallo (in latino equus). L’evoluzione degli equidi si compie parte in America parte nel Vecchio Mondo (Europa, Asia, Africa), ma solo in quest’ultimo si sviluppano gli equidi attuali e si realizza l’addomesticamento da parte dell’uomo. Gli equidi verranno poi portati anche in America e in Oceania.

Questi animali sono accomunati da una criniera lungo tutto il collo e un ciuffo sulla punta della coda: ogni singolo pelo di queste strutture viene chiamato crine.

Gli Equidi: a sinistra la zebra di Grevy (Equus grevyi), accanto al suo puledro, al centro l’onagro (Equus hemionus), e a destra un atleta statunitense e il suo cavallo saltano una siepe durante la prova di cross-country ai Giochi Olimpici di Londra 2012

LA FAMIGLIA DEI RINOCEROTIDI

La famiglia dei Rinocerotidi comprende le 5 specie di rinoceronte, caratterizzate tutte dalle grandi dimensioni e da una corporatura massiccia, che le rende in grado di difendersi dai predatori. Il pericolo maggiore per i rinoceronti è purtroppo costituito dalla caccia spietata perpetrata dall’uomo, al fine di procurarsi il famoso corno, considerato avere proprietà mediche e afrodisiache inesistenti.

Il rinoceronte nero (Diceros bicornis), possiede due corni sul proprio capo, al pari del rinoceronte di Sumatra (Dicerorhinus sumatrensis), mentre il rinoceronte indiano (Rhinoceros unicornis) e il rinoceronte di Giava (Rhinoceros sondaicus) ne hanno soltanto uno: questi corni non sono fatti di avorio, come le zanne dell’elefante, bensì di cheratina, al pari delle nostre unghie e capelli. Per questo motivo il corno del rinoceronte è un grado di ricrescere una volta asportato, e sembrerebbe che l’animale non senta particolare dolore durante il taglio: i bracconieri tuttavia uccidono l’animale nel tentativo di procurarsi il corno. Per questo motivo a volte in zone a grave rischio di bracconaggio i rinoceronti vengono sedati e viene loro asportato il corno, al fine di proteggerli. L’unica specie di questa famiglia a non essere a rischio estinzione è il rinoceronte bianco (Ceratotherium simum). I maschi utilizzano i corni per le lotte in difesa del proprio territorio.

LA FAMIGLIA DEI TAPIRIDI

Tapiridi invece sono una famiglia le cui 4 specie non hanno particolari armi di difesa: questi animali pacifici sono accomunati da una protuberanza sul labbro superiore, simile ad una piccola proboscide. Questo organo viene utilizzato dai tapiri come boccaglio quando si trovano in acqua per sfuggire dai predatori o semplicemente per rinfrescarsi. Le tre specie che vivono in America Latina, ovvero il tapiro di montagna (Tapirus pinchaque), il tapiro di Baird (Tapirus bairdii) e il tapiro americano (Tapirus terrestris), hanno colorazione bruno-marrone, mentre l’unica specie del Vecchio Mondo, l’asiatico tapiro dalla gualdrappa (Tapirus indicus), è di colore bianco-nero. I tapiri sono considerati specie antiche, in quanto si ritiene si siano evolute poco rispetto ai loro antenati. Nonostante siano perissodattili, i tapiri possiedono un ulteriore dito sulle zampe anteriori, che facilita loro la presa sul terreno.

A sinistra il rinoceronte bianco (Ceratotherium simum), a destra il tapiro dalla gualdrappa (Tapirus indicus).

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