GLI UNGULATI: I PERISSODATTILI
I Perissodattili costituiscono un ordine di mammiferi euteri al quale appartengono il cavallo e le forme affini, i rinoceronti e i tapiri.
Caratteristica distintiva di questo gruppo di ungulati è la presenza di arti con dita dispari (perissodattili = imparidigitati), dovuta alla scomparsa di alcune di esse, che ha prodotto arti con asse portante sul terzo dito.
Questi animali, nonostante abbiano di frequente delle grandi dimensioni, sono in grado di convivere pacificamente con le altre specie, con le quali condividono frequentemente habitat e risorse, e con i quali spesso formano grandi mandrie miste, che hanno anche lo scopo di difesa da predatori comuni: anche in questo caso l’unione fa la forza.
LA SUDDIVISIONE DEI PERISSODATTILI
I membri dell’ordine perissodattili si dividono in:
- Ippomorfi, perissodattili che attualmente sono veloci corridori dotati di lunghe zampe con un solo dito; l’unica famiglia vivente è quella degli equidi, con il solo genere equus che comprende il cavallo, le zebre, l’asino, l’onagro e il cavallo di Przewalski. Tra le famiglie estinte, da ricordare i paleoteri, vagamente simili a tapiri, e i brontoteri simili a rinoceronti.
- Ceratomorfi, perissodattili dotati di varie dita funzionali, dalla corporatura più pesante di quella degli ippomorfi; questo sottordine comprende due famiglie attuali, i tapiridi e i rinocerontidi, oltre a una moltitudine di forme estinte, Oltre a questi due sottordini, nel Cenozoico era diffuso anche uno stranissimo gruppo di perissodattili noti con il nome di ancilopodi o calicoteri. Ne facevano parte bizzarri animali dagli enormi artigli e dalla testa da cavallo.
LA FAMIGLIA DEGLI EQUIDI
Gli Equidi sono una famiglia di perissodattili che comprende specie simili al cavallo (in latino equus). L’evoluzione degli equidi si compie parte in America parte nel Vecchio Mondo (Europa, Asia, Africa), ma solo in quest’ultimo si sviluppano gli equidi attuali e si realizza l’addomesticamento da parte dell’uomo. Gli equidi verranno poi portati anche in America e in Oceania.
Questi animali sono accomunati da una criniera lungo tutto il collo e un ciuffo sulla punta della coda: ogni singolo pelo di queste strutture viene chiamato crine.
- Fra gli equidi, le specie più curiose sono sicuramente sono le zebre, come ad esempio la zebra di Grevy (Equus grevyi), le quali possiedono un manto a strisce bianco-nere, che differisce leggermente fra le varie specie, ma anche fra i singoli individui: queste strisce sembrerebbero infatti una sorta di “impronta digitale” che permette il riconoscimento dei membri del branco. Oltre a questa funzione, il manto della zebra permette di regolare la temperatura corporea e di confondere gli eventuali predatori presenti nella savana.
- Un’altra specie in grado di vivere in un habitat dalla scarsa vegetazione è l’onagro (Equus hemionus), chiamato anche asino selvatico asiatico. Questa specie abita le praterie e le steppe kazake e mongole, e viene considerato la controparte selvatica dell’asino addomesticato dall’uomo: esso è un animale molto forte fisicamente, utilizzato come animale da soma per il trasporto di cose e persone su ripidi pendii.
- L’asino (Equus asinus) è un animale particolarmente usato in zone come la Dalmazia o le isole greche dell’Egeo, ma anche sui rilievi italiani, sui quali è stato molto utile durante le diverse guerre che hanno colpito il Paese.
- A fianco dell’asino viene spesso utilizzato un altro animale che deriva dal suo incrocio con il cavallo: dall’unione fra un asino e una giumenta (cavallo femmina) nasce il mulo (Equus mulus), dall’unione fra un’asina e un cavallo nasce il bardotto (Equus burdu). Il mulo e il bardotto tuttavia sono sterili, in quanto possiedono un numero dispari di cromosomi (63), derivanti dall’unione dei 31 cromosomi ottenuti dall’asino e 32 dal cavallo: di conseguenza durante la meiosi l’ibrido non riuscirà a produrre gameti validi, per la disparità nel numero di cromosomi.
- Il cavallo domestico (Equus caballus) è stato allevato a lungo dall’uomo, che è riuscito anche a ottenere diverse razze, come è accaduto per cani e gatti. Le varie razze si distinguono per dimensioni, colore, lunghezza del crine, temperamento, forza e velocità, caratteristiche spesso fondamentali per l’uso sportivo di questi animali: l’equitazione risulta essere infatti da oltre un secolo una disciplina olimpica, con diverse specialità e varianti. I cavalli hanno inoltre avuto un ruolo fondamentale nella conquista dell’America: dai capi portati direttamente dai Conquistadores spagnoli ai destrieri protagonisti dell’espansione verso ovest dei pionieri americani, per conquistare il Selvaggio West. Molti di questi cavalli sono tuttavia ritornati alla vita selvatica, riproducendosi velocemente e colonizzando le grandi praterie statunitensi: essi sono chiamati mustang.
Gli Equidi: a sinistra la zebra di Grevy (Equus grevyi), accanto al suo puledro, al centro l’onagro (Equus hemionus), e a destra un atleta statunitense e il suo cavallo saltano una siepe durante la prova di cross-country ai Giochi Olimpici di Londra 2012
LA FAMIGLIA DEI RINOCEROTIDI
La famiglia dei Rinocerotidi comprende le 5 specie di rinoceronte, caratterizzate tutte dalle grandi dimensioni e da una corporatura massiccia, che le rende in grado di difendersi dai predatori. Il pericolo maggiore per i rinoceronti è purtroppo costituito dalla caccia spietata perpetrata dall’uomo, al fine di procurarsi il famoso corno, considerato avere proprietà mediche e afrodisiache inesistenti.
Il rinoceronte nero (Diceros bicornis), possiede due corni sul proprio capo, al pari del rinoceronte di Sumatra (Dicerorhinus sumatrensis), mentre il rinoceronte indiano (Rhinoceros unicornis) e il rinoceronte di Giava (Rhinoceros sondaicus) ne hanno soltanto uno: questi corni non sono fatti di avorio, come le zanne dell’elefante, bensì di cheratina, al pari delle nostre unghie e capelli. Per questo motivo il corno del rinoceronte è un grado di ricrescere una volta asportato, e sembrerebbe che l’animale non senta particolare dolore durante il taglio: i bracconieri tuttavia uccidono l’animale nel tentativo di procurarsi il corno. Per questo motivo a volte in zone a grave rischio di bracconaggio i rinoceronti vengono sedati e viene loro asportato il corno, al fine di proteggerli. L’unica specie di questa famiglia a non essere a rischio estinzione è il rinoceronte bianco (Ceratotherium simum). I maschi utilizzano i corni per le lotte in difesa del proprio territorio.
LA FAMIGLIA DEI TAPIRIDI
I Tapiridi invece sono una famiglia le cui 4 specie non hanno particolari armi di difesa: questi animali pacifici sono accomunati da una protuberanza sul labbro superiore, simile ad una piccola proboscide. Questo organo viene utilizzato dai tapiri come boccaglio quando si trovano in acqua per sfuggire dai predatori o semplicemente per rinfrescarsi. Le tre specie che vivono in America Latina, ovvero il tapiro di montagna (Tapirus pinchaque), il tapiro di Baird (Tapirus bairdii) e il tapiro americano (Tapirus terrestris), hanno colorazione bruno-marrone, mentre l’unica specie del Vecchio Mondo, l’asiatico tapiro dalla gualdrappa (Tapirus indicus), è di colore bianco-nero. I tapiri sono considerati specie antiche, in quanto si ritiene si siano evolute poco rispetto ai loro antenati. Nonostante siano perissodattili, i tapiri possiedono un ulteriore dito sulle zampe anteriori, che facilita loro la presa sul terreno.
A sinistra il rinoceronte bianco (Ceratotherium simum), a destra il tapiro dalla gualdrappa (Tapirus indicus).
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